Descrizione
«Dica al Fuhrer che l’Italia non capitolerà mai. È legata alla Germania per la vita e per la morte». È la mattina dell’8 settembre, quando il re Vittorio
Emanuele III risponde ai dubbi sulla nostra fedeltà avanzati dall’ambasciatore tedesco.
Il colloquio precede di qualche ora il momento in cui Badoglio, alle 19.45, annuncia alla radio la resa incondizionata agli angloamericani. In quel momento giunge all’epilogo una estate di inganni e sotterfugi, caratterizzata da quattro missioni di pace segrete, tutte portate avanti con la convinzione mal riposta di poter dettare le condizioni della nostra resa.
Così, tra diplomatici che partono senza credenziali, generali che non sanno l’inglese, capi di governo che alle 19.30 vanno a dormire, ufficiali che preparano cene di gala piuttosto che le difese contro i tedeschi, altri che corrono a casa per fare traslochi, nei quarantacinque giorni successivi alla caduta di Mussolini si dipana la tragedia del popolo italiano.
Abbandonato a se stesso, senza alcuna informazione, nel silenzio più assoluto dei giornali e della radio, sogna la fine della guerra ma si troverà a breve, grazie alla fattiva opera del Re, di Badoglio e delle gerarchie militari, a vivere una feroce occupazione nazista, desiderosa di vendicarsi del tradimento subito.
Ma negli eventi che portano alla nostra capitolazione c’è posto anche per il ministro degli Esteri inglese che ci vuole tutti umiliati, per il primo ministro inglese che è più comprensivo ma neanche troppo, per gli americani che mostrano i muscoli ma in realtà stanno spostando uomini e mezzi da un’altra parte in previsione dello sbarco in Normandia.
Infine, in mezzo, ci stanno i tedeschi. Impassibili, ci rassicurano che anche senza Mussolini per loro non cambia niente. Continuano a inviarci aiuti per combattere gli Alleati. Il loro fine ultimo, però, non è questo. Stanno preparando l’invasione. Perché sanno che il tradimento prima o poi avverrà. D’altronde, Hitler dice che il re Vittorio Emanuele III è “troppo stupido e troppo poco lungimirante”.
Il libro è la cronaca di tutti questi eventi. Raccontati con la speranza che la tragedia che i nostri nonni hanno vissuto, a causa di chi li avrebbe dovuti difendere e guidare, non sia mai dimenticata.
Giovanni Benaglia è nato e vive a Rimini. Dottore commercialista, esperto nel contenzioso fiscale, nel corso della sua attività ha maturato specifica esperienza nel diritto societario, negli enti del terzo settore e nella fiscalità internazionale. Ha seguito, inoltre, in qualità di esperto, operazioni di acquisizione di aziende italiane da parte di società estere. Da alcuni anni ha affiancato l’attività di commercialista con quella di direttore di una cooperativa sociale che si occupa di dipendenze patologiche. Scrive di fisco ed economia per riviste specializzate del settore e per siti online. Il suo primo libro, Colpevole fino a prova contraria, un saggio che racconta il malfunzionamento del fisco italiano, ha vinto il premio della giuria assegnato dal Premio Letterario Milano International e si è classificato al terzo posto del Premio Città di Avellino.
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