Descrizione
Per millenni, nelle corti dei potenti di pressoché ogni Paese, i buffoni furono presenti in quantità straripanti, e molti di essi erano nani. Per esercitare il difficile mestiere di far ridere gli altri, erano spesso usate persone ‒ uomini, donne e perfino bambini ‒ con gravi deficienze fisiche o mentali: nani, gobbi, dementi, esseri esageratamente obesi o dotati, secondo i crudeli contemporanei, di corpi deformi e sgradevoli. La bruttezza e la follia servivano a tranquillizzare i potenti che si sentivano così autorizzati a pensare che, se questi ospiti di corte, brutti o pazzi, erano diversi da loro, allora loro non erano tali. Anzi, averli al fianco, ne faceva risaltare le virtù di bellezza e saggezza. Il re non può mai essere pazzo e se la follia bussa alla porta della reggia, è il buffone a farsene carico.
L’autore
Calabrese trapiantato da tempo immemorabile in Lombardia, Tito Saffioti ha sempre lavorato in ambito librario e giornalistico. Ha collaborato per 33 anni con il quotidiano la Repubblica e con varie testate, fra le quali Linus, Dove, L’Esopo , Playboy, Folk Bulletin, La Provincia di Como, Il Calendario del popolo, Ludica, Alumina . Ha organizzato e preso parte a numerose trasmissioni radiofoniche e televisive e tenuto cicli di conferenze sulla storia del jazz, sulla cultura popolare e (talvolta in compagnia di Dario Fo) sui giullari medievali. Nel 2011 ha tenuto un master su giullari e buffoni di corte all’Università Federico II di Napoli e nel 2013 ha curato una mostra dedicata a queste figure presso la Sala Teresiana della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. Ha pubblicato diciassette libri. E questo è il diciottesimo.
ISBN 979-1280232-39-7
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